Una volta all’anno è lecito impazzire
Carnevale è la festa più folle e colorata dell’anno, il periodo in cui (quasi) tutto è concesso. La tradizione è viva soprattutto nei paesi di religione cattolica e deriva da antichi culti pagani. Il nome viene dal latino carnem levare (o carne levamen) che significa “togliere la carne”, in riferimento all’ultimo ricco banchetto prima di iniziare il digiuno di Quaresima. Il termine Carnevale appare per la prima volta nel Detto dei Villani, scritto dal poeta e giullare Matazone da Caligano nel XIII secolo.
Alcuni pensano, erroneamente, che Carnevale duri un paio di giorni, ma in realtà è un periodo piuttosto lungo che va dall’Epifania al mercoledì delle Ceneri. L’ultima settimana di Carnevale non è che il culmine dei festeggiamenti, caratterizzata da maschere, sfilate di carri allegorici, scherzi e danze sfrenate. Tutto culmina e si conclude il Martedì Grasso, chiamato così in ricordo dell’abbuffata di cibi prelibati e dolci fritti con cui si chiudevano in bellezza i festeggiamenti. Ci si concedeva così un ultimo vizio prima del solenne periodo di penitenza in vista della Pasqua.
Le antiche origini del Carnevale
Carnevale affonda le sue radici nelle antiche Dionisie (feste greche in onore del dio Dionisio) e nei Saturnali romani. Durante queste celebrazioni avveniva un momentaneo ribaltamento dei ruoli sociali e delle gerarchie, col preciso scopo di lasciar prosperare il caos. Tutto ciò che era disordine e sregolatezza era ben accetto: scherzi, satira pungente, orge e banchetti. A questo si aggiungeva l’uso delle maschere (derivato dal teatro) che aveva un forte valore apotropaico – cioè di buona fortuna – poiché permetteva di “indossare” le sembianze di un essere sovrannaturale e potente.
Tale aspirazione al disordine e alla dissolutezza non era fine a se stessa, ma faceva capo a un complesso rituale cosmologico che conduceva al rinnovamento passando attraverso il caos – bisogna distruggere tutto affinché tutto si rinnovi. Queste celebrazioni costituivano un momento cruciale e fondamentale della vita sociale e religiosa del mondo antico. Le energie cosmiche erano riequilibrate, il mondo dei vivi pacificato con quello degli inferi. La fertilità della terra era assicurata e, dopo il periodo di sconvolgimento, tutto poteva tornare alla normalità – i servi al loro posto, i padroni sui loro scranni.
Oltre ad avere una valenza di rinnovamento e purificazione, questi riti costituivano un’importante valvola di sfogo per il popolo, saggiamente concesso dal potere per dare l’illusione di una ribellione, una sorta di rivincita dalla dura vita di tutti i giorni. Il carattere goliardico e liberatorio di queste feste è sopravvissuto nel Carnevale cattolico, perdendo però gli aspetti più dissoluti e licenziosi.
Carnevale in Abruzzo
Carnevale è una festa particolarmente sentita in Italia, celebrato in modo tradizionale da nord a sud. È il periodo dell’anno in cui le stravaganze diventano la normalità e la vergogna è abolita. È una festa che ci ricorda che è bello prendersi in giro, che incoraggia a usare l’ironia come arma contro la serietà e le difficoltà della vita.
Al motto di “a Carnevale ogni scherzo vale” migliaia di persone partecipano ogni anno a questo rito collettivo e liberatorio, in cui è lecito – ancor più che negli altri giorni – prendere per i fondelli il potere, le istituzioni, ma anche amici, conoscenti e parenti. Gli eccessi sono ben graditi – trucco, travestimento, alcol e cibo – e tutto ciò che è strano e fuori dalla norma viene applaudito anziché osteggiato.
Di seguito trovate una breve carrellata sulle feste di Carnevale più tipiche d’Abruzzo, una lista da cui prendere spunto per unire divertimento e tradizione.
Castiglione Messer Marino
Il Carnevale castiglionese è famoso per i suoi Pulcinella, personaggi vestiti di bianco e dotati di un eccentrico, scenografico copricapo.
Il cappello conico è formato da una sorta d’impalcatura di canne, su cui è montata una cascata di nastri colorati, alti pennacchi e fiori di carta. Il costume è impreziosito da sonagliere e campanacci indossati al posto della cinta e a tracolla, e da una frusta (scrujazze) con cui Pulcinella impartisce ordini e scherzose minacce. Il cappello a punta richiama l’aspetto magico e di collegamento con il mondo degli inferi, ricordato anche dal bianco del vestito (considerato anticamente il colore dei morti).
I pulcinella sfilano per le strade del paese accompagnati dal carro del vino, esibendosi in balli tradizionali come la Quadriglia e prendendo in giro spettatori e compaesani. Anche se l’usanza risale alla fine dell’Ottocento, l’aspetto del copricapo sembra richiamare le fattezze vegetali, e con esse le antiche offerte per propiziare l’arrivo della primavera.
Schiavi d’Abruzzo
Altro paese dell’Alto Vastese dove la posizione d’isolamento tra le montagne ha certamente protetto la tradizione. Protagonisti del carnevale schiavese nonché “cugini” dei Pulcinella di Castiglione (i due paesi distano circa 10 km), sono i Mazzaroni, dotati di bastone a simboleggiare il potere di sovvertire regole e consuetudini sociali.
La caratteristica più evidente di questa maschera è l’alto e coloratissimo copricapo (il cimiero), decorato con nastri e fiori di carta in grande abbondanza. Altra particolarità del Carnevale di Schiavi d’Abruzzo è la Spallata, ballo tipico del paese che viene tramandato da generazioni e vanta origini antichissime. Questa danza sembra conservare un’eco degli antichi riti propiziatori collegati alla fertilità, sia umana che naturale.
Francavilla al Mare
Quello di Francavilla al Mare (Chieti) è uno dei carnevali più famosi d’Abruzzo, almeno della fascia costiera. A ritmo di musica e circondati da un caos gioioso, i carri allegorici attraversano le vie del centro sfilando sotto lo sguardo rapito di grandi e piccoli. Le origini di questo carnevale risalgono al 1956, quando la banda musicale “Zu-zù in cerca di Za-zà” inaugurò la tradizione sfilando per le vie del paese.
Francavilla ha anche la sua personale maschera: Re Patanello, figura goliardica ispirata a zì Patane un ciabattino realmente esistito agli inizi del ‘900. È proprio a lui che, nel 1958, il pittore napoletano Caiati si ispirò per creare il manifesto della festa, diventato poi logo ufficiale del Carnevale d’Abruzzo. È un’occasione non solo per divertirsi e passare un pomeriggio di sana follia, ma anche per ritrovare quello spirito di comunità e aggregazione tanto prezioso di questi tempi.
Montorio al Vomano
Montorio (Teramo) conserva la tradizione del Carnevale morto, che va in scena il mercoledì delle Ceneri. Dopo una settimana di gozzoviglie e sregolatezze, si celebra il funerale di Carnevale che mette fine alla festa più allegra dell’anno e introduce il solenne periodo di Quaresima. È uno spartiacque necessario per chiudere un ciclo e aprirne un altro, celebrato in molte località italiane con roghi e finte impiccagioni.
Il corteo funebre sfila per le strade del paese in un’atmosfera tutt’altro che triste. In testa c’è la bara con dentro Carnevale circondato da ortaggi, impegnato a elargire benedizioni con un baccalà. A colorire il tutto vi è un repertorio di canzonature in dialetto, che in passato è stato oggetto di denunce e querele per diffamazione. Con quest’ultimo sberleffo ci si lascia alle spalle la pungente goliardia del Carnevale per prepararsi all’arrivo della Pasqua (e della primavera).
Città Sant’Angelo
Con l’ultima tappa arriviamo in provincia di Pescara per il Carnevale di ‘Ndrirucce, le cui origini risalgono alla fine del 1800 quando il calzolaio Altero De Tollis inventò la maschera omonima. Il semplice quanto significativo atto di rovesciare la giacca per mostrarne la fodera bastò a simboleggiare il ribaltamento della realtà e del potere, nel giorno in cui tutto è concesso.
Ancora oggi, oltre alla sfilata delle maschere accompagnata dalla musica, vengono intonati i ‘ttavitte pungenti sonetti in rima e rigorosamente in dialetto che prendono in giro i cittadini più o meno illustri.
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NB: tutte le immagini presenti in questo articolo sono state prese dal web
Per approfondire:
Carnevale d’Abruzzo di Francavilla
I Mazzaroni ballano la Spallata (video)
Sfilata e balli dei Pulcinella a Castiglione (video)