Quartetto Petra, zampognari col papillon

Quartetto Petra, zampognari col papillon
di Roberta Tinarelli

Se pensate che la zampogna sia uno strumento esclusivamente natalizio, fareste meglio a ricredervi. Sulle note del Quartetto Petra riscopriamo uno strumento dalle origini antichissime e dalle infinite possibilità musicali, dal suono aspro e al contempo melodioso, perfetta metafora della terra d’Abruzzo.

La zampogna tra storia e leggenda

La zampogna è uno strumento a fiato di origine antichissima, parente stretto del flauto e della cornamusa. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, ancor prima che nell’Antica Roma comparissero gli utriculus.

La zampogna è formata da un sacco di pelle di ovino (oggi in materiale sintetico) e un numero di canne che può variare da tre a cinque, di cui due producono la melodia mentre le altre fanno da accompagnamento. L’insufflazione fa espandere e gonfiare il sacco (detto anche otre), permettendo alle ance delle canne di vibrare per creare il suono.

Secondo la leggenda, la zampogna fu creata dalla dea Atena che la cedette a un satiro di nome Marsia. Entusiasta delle potenzialità dello strumento, il satiro decise di sfidare il dio Apollo in una competizione musicale. Cetra e zampogna si fronteggiarono e, poiché quest’ultima stava avendo la meglio, Apollo chiese al rivale di suonare e cantare contemporaneamente.

Impossibilitato a esaudire la richiesta, Marsia perse la sfida e pagò duramente la sua presunzione: finì appeso a un albero a testa in giù, scorticato vivo e lasciato agonizzare. Il sangue del satiro impregnò la terra, facendo nascere una selva di canne che da quel giorno furono usate per costruire la zampogna.

zampogna, Marsia e Apollo
“Apollo e Marsia” di Michelangelo Anselmi Parmese (1540). La zampogna compare tre volte: a destra in mano alla dea Athena, al centro suonata da Marsia e in basso a sinistra, lasciata cadere dopo la sconfitta

Dietro il mito si nasconde sempre una base di verità. Così la storia di Marsia svela l’antico legame fra zampogna e mondo agropastorale (Marsia era, infatti, un pastore). Col suo suono forte e vibrante, la zampogna è stata per millenni fedele compagna e musa ispiratrice dei solitari pastori, divisi tra duro lavoro e intensi slanci di poesia.

La zampogna ha quindi seguito i tratturi della transumanza, specialmente in Abruzzo da dove le greggi partivano alla volta della Puglia in inverno, per poi far ritorno con la bella stagione.

Come tanti altri aspetti della tradizione, anche la zampogna ha risentito degli effetti del Boom Economico e del declino del mondo pastorale; ha rischiato di sparire, di essere relegata a mero oggetto da museo, preziosa ma condannata la silenzio. Fortunatamente però, il finale è stato riscritto, e negli ultimi anni è avvenuto un deciso recupero di questa importante tradizione comune a tutta l’Italia Meridionale.

Il Quartetto Petra

In Abruzzo l’opera di riscoperta passa attraverso il lavoro appassionato e instancabile di studiosi come Antonio Bini e realtà quali l’Associazione Zampogne d’Abruzzo (Chieti), che da molti anni si occupa di divulgare e promuovere la zampogna in chiave sia artistica che culturale. Il Quartetto Petra nasce proprio all’interno dell’associazione, da un’idea ambiziosa del Maestro Antonello Di Matteo volta al recupero dei grandi maestri sia locali che stranieri.

Il nome del gruppo – formatosi ufficialmente nel 2017 – è un omaggio all’Ostello Petra, un luogo speciale legato a un’esperienza musicale altrettanto intensa. È un gruppo giovane formato da ragazzi che hanno avuto la sensibilità di raccogliere una tradizione antica e di farne qualcosa di moderno e accattivante. La loro è una “ricetta” vincente, capace di sfatare stereotipi e pregiudizi su uno strumento troppo spesso sottovalutato.

Quartetto Petra

Il Quartetto è composto da Christian Di Marco e Luigi Varalli alla ciaramella, Manuel D’Armi e Marcello Sacerdote alla zampogna. Forte è il legame con l’Associazione CuntaTerra, realtà di riferimento dove musica, danza e teatro si fondono in nome di un concetto trasversale di arte.

Oltre ai concerti itineranti, il Quartetto si esibisce presso luoghi affascinanti come piazze, teatri, chiese e dimore storiche. Attraverso un repertorio vario e sfaccettato, la loro musica mostra – e dimostra – come zampogna e ciaramella siano due strumenti estremamente versatili dalle straordinarie possibilità armoniche, adatte a interpretare vari stili e perfetti per ogni occasione – non solo a Natale!

Questa vocazione moderna si riflette anche nella scelta di sostituire il costume tradizionale con abiti da concertisti (completo scuro e papillon), per rafforzare il valore degli zampognari come veri e propri musicisti. Troppo spesso, infatti, si pensa alla zampogna come un’arte amatoriale, ignorando il duro lavoro e l’impegno che richiede lo studio di uno strumento tanto affascinante quanto complesso.

L’Eco dei Monti

Il nostro incontro con il Quartetto Petra è avvenuto durante la presentazione del loro primo disco “L’Eco dei Monti, nella raffinata cornice della chiesa di San Cristoforo a Moscufo (PE).

La loro arte ci ha condotto in un viaggio emozionante alla scoperta delle infinite possibilità di questi antichi strumenti. Dai brani più classici, ai canti devozionali, passando per sinfonie amorose fino a virtuosistiche composizioni contemporanee.

Alcuni brani sono un omaggio ai grandi maestri e compositori abruzzesi come Vittorio Pepe (L’Eco dei monti) e Padre Settimio Zimarino (Ninna nanna a Gesù Bambino), ma anche autori stranieri come il grande Georg Friedrich Händel (Pifa, sinfonia pastorale).

Oltre all’immancabile Tu scendi dalle stelle, troviamo una trascinante versione de Lu Giuveddì Sande interpretata dalla Banda delle Zampogne d’Abruzzo, e la Marcia di Sant’Urbano eseguita nella formazione della Paranzella (banda itinerante formata da zampogne e strumenti a percussione), ispirata alla Banda de li Tamurre di Pretara (TE).

La zampogna permette di arrangiare qualsiasi pezzo e sfruttare anche le sonorità più moderne. Il Quartetto ne dà prova con l’esecuzione di brani come l’Inno al Re (inno del Regno delle Due Sicilie), la Serenata di un montanaro degli Abruzzi alla sua donna di Hector Berlioz, una Saltarella Abruzzese, fino all’opera inedita di Marcello Sacerdote intitolata Maia in onore della dea che ha dato il nome alla Majella.

Quartetto Petra, L'Eco dei Monti

Un bagaglio inesauribile di tradizioni

Il viaggio prosegue nei meandri più arcaici, attraverso una coinvolgente dimostrazione di Canto a braccio: l’antica arte dell’ottava rima improvvisata, risalente al XIV secolo. Si tratta di un verso formato da endecasillabi (11 sillabe per ogni verso), di cui sei versi concatenati e due in rima baciata; il poeta che risponde è obbligato a riprendere la rima e s’improvvisa sul contrasto proposto dal pubblico.

Questa tradizione è tipica dell’Alta Sabina, in particolare la zona di Amatrice, oggi in provincia di Rieti ma abruzzese fino al 1927.

Le voci di questi cantori “orfani dell’Abruzzo” sono accompagnate della melodia della ciaramella amatriciana, una zampogna zoppa costituita da tre canne (o voci) di cui due sonore e una muta che serve solo d’appoggio. È tra le tipologie più arcaiche di zampogna, derivata delle tibiae latine e degli auloi frigi, tanto da essere definita la zampogna di Nerone.

Il Canto a braccio testimonia ancora una volta l’indissolubile legame tra mondo agropastorale e poesia. Il pastore, per quanto umile, portava sempre con sé un libro a fargli compagnia nei lunghi periodi di solitudine sui pascoli e lungo i tratturi.

Questo bagaglio di esperienze, saggezza e memorie continua a esistere grazie all’opera straordinaria di chi, come il Quartetto Petra, s’impegna ogni giorno per “recuperare da sottoterra delle radici scomparse” e mantenerle vive e pulsanti di emozioni e ricordi. Come le radici sulla copertina de L’eco dei Monti che attraversano la zampogna come un cuore gonfio di passione e amore per la propria terra, a ricordarci che “la tradizione è incontro, non è separazione, mai”.

Un grazie di cuore a ragazzi del Quartetto Petra per averci invitato al loro concerto, dandoci l’occasione di sognare e imparare tante cose nuove.

Il CD “L’Eco dei Monti” è acquistabile online tramite la pagina Facebook del Quartetto Petra.

NB: le frasi virgolettate sono state pronunciate da Marcello durante la presentazione dei brani. Tutte le foto provengono dai canali social del Quartetto.


Per approfondire:

Associazione CuntaTerra

Associazione Zampogne d’Abruzzo

Proposte di lettura:

Li chiamavano pifferari. Zampognari mito dell’Abruzzo pastorale

Menu